Virginia Stablum rappresenterà l’Italia alla finale internazionale di Miss Universo. Nata da madre italiana e padre di origini africane, può Virginia rappresentare il canone della bellezza italiana?
Pensiamo ad una rappresentante di una diversa etnia, nordica, orientale, africana, sud americana: potrebbe una modella bianca, mediterranea, rappresentare una delle bellezze su citate?
Ovviamente no, poiché la conformazione fisica, i tratti somatici, sono diversi per natura.
La Stablum non è quindi rappresentante del canone di bellezza italiana, se di questo tratta il concorso, ovvero premiare una modella con il titolo di Miss Universo, mantenendo ben netta la differenza di etnia e provenienza. C’è alla base una contraddizione in termini che non ha nulla a che vedere con il razzismo che la sinistra vede anche nei fondi di caffè.
Virginia – bella ragazza – dovrebbe partecipare come bellezza mulatta, senza dover dara alla competizione una connotazione puramente nazionale che i benpensanti – sostenitori dell’inclusività ad ogni costo – dovrebbero avere il buon senso di capire essere divisiva a priori.
La ragazza non è nel mirino, nell’occhio del ciclone di una qualche forma di razzismo che una certa parte politica scatenerà certamente a riguardo, ma è l’esempio di come i sostenitori della globalizzazione forzata pretendano di mischiare e amalgamare tutto, annullando differenze naturali di cui ognuno dovrebbe andare fiero.