I giudici italiani, benché l’ordinamento non lo preveda, continuano a fare le leggi e a derogarvi. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un nigeriano, cui la Corte d’Appello di Cagliari aveva negato il permesso di soggiorno umanitario poiché carente dei requisiti legali.
La Suprema Corte, invece, ha stabilito che non è più necessario avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato per dimostrare di avere un legame stabile con l’Italia, ma è sufficiente la “seria intenzione” di integrarsi. Come debba intendersi quest’intenzione, tuttavia, non è meglio specificato.
Tale pronuncia apre le porte alla regolarizzazione di moltissimi extracomunitari, i quali, meritevoli o meno di restare, avranno il permesso di soggiorno sempre più facilmente, con buona pace del rispetto delle leggi e dell’ordine pubblico, sempre più incrinato per via di un’immigrazione violenta ed incontrollata.