Conte

Ennesimo Decreto

Dopo la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’ennesimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – con il Parlamento ridotto a mero spettatore di una sciagurata gestione dell’emergenza epidemiologica da parte dell’Esecutivo – che introduce nuove strette per fronteggiare la presunta recrudescenza della pandemia.
Appaiono ancora una volta del tutto prive di senso le misure introdotte dal Governo: mascherina obbligatoria all’aperto – sebbene da mesi si ricordi agli italiani la necessità del distanziamento sociale, misura ritenuta necessaria per evitare il contagio -, tranne per coloro che svolgono attività sportiva (ma, attenzione, non attività motoria), per i bambini e per i soggetti affetti da talune patologie; utilizzo dei dispositivi di protezione individuale anche nei mezzi privati, in caso di non conviventi, mentre i pendolari italiani sono costretti quotidianamente a viaggiare in mezzi pubblici sovraffollati; riunioni private limitate ad un massimo di 6 persone, contando sulla delazione dei vicini nel segnalare eventuali assembramenti; partite di calcio consentite, ma il calcetto tra amici e gli altri sport amatoriali assolutamente no!
Senza contare che il nuovo DPCM inferisce un duro colpo a uno dei settori maggiormente colpiti dall’inizio della pandemia, quello della ristorazione, obbligando bar, pub e ristoranti – già costretti a ridurre notevolmente i coperti per assicurare il rispetto delle distanze di sicurezza – a chiudere alle 24 e a non servire, dopo le 21, ai clienti che non sono seduti ai tavoli.
E, a confermare l’assurdità delle misure messe in campo dal Governo, interviene anche il Comitato tecnico scientifico (Cts): nonostante si gridi all’aumento dei contagi, gli esperti designati dall’Esecutivo, insieme al Ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno previsto la diminuzione della quarantena fiduciaria da 14 a 10 giorni, riducendo il numero di tamponi da 2 a 1 per dirsi negativi.
E, mentre il Governo riduce alla fame imprenditori già duramente vessati dai mesi di lockdown e di limitazioni, la maggioranza inizia a scricchiolare in Parlamento: sono state, infatti, necessarie tre riunioni affinché la Camera raggiungesse il numero legale per poter autorizzare formalmente la proroga dello stato di emergenza. Tutto ciò con il beneplacito di un’opposizione che non agisce in quanto tale, limitandosi unicamente a non partecipare al voto in occasione del prolungamento dello stato emergenziale rinunciando così a dare un importante segnale ad un popolo già in seria difficoltà dopo il primo lockdown mentre già si paventa lo spettro del secondo.