Il presidente ucraino Zelensky ha detto che non negozierà la pace fino a quando non saranno stati riconquistati tutti i territori sottratti dalla Russia; poco gli importa che le pretese di Mosca siano ridotte ai minimi termini e limitate ai territori di Donbass e Crimea, già sotto controllo russo da anni.
Tali velleità, non a caso, il presidente ucraino le ha avanzate parlando con Draghi, altro sgherro sciocco della Nato e degli Usa. Esortandolo anche a fare pressioni perché sia approvato un ennesimo pacchetto sanzioni e sia favorito l’ingresso di Kiev nell’UE.
La strategia è chiara: la guerra con la Russia serve a destituire Putin, anche a costo di radere al suolo l’Ucraina; la Nato e la UE devono estendersi lungo il confine russo. Zelensky, in tutto ciò, è un burattino inerte, mentre Draghi è il cavallo di troia degli Usa in Europa, per convincere il vecchio continente ad autodistruggersi.