La Russia di Putin non è l’Unione Sovietica, un’indizio?
Sul palazzo comunale di Kherson, città capoluogo dell’Ucraina del sud – occupata dai russi da circa un mese – sventola la Bandiera del Salvatore, antica bandiera della Russia, che di fatto coincide con un’icona del volto di Cristo.
Il vessillo è largamente in uso tra le milizie delle Repubbliche di Donetesk e Lughansk ed è effige sui mezzi blindati e corazzati delle forze russe e filorusse.
Molti continuano a vedere nella Russia di Putin una riedizione dell’Unione Sovietica, la superpotenza del marxismo e del socialismo reale, dell’ateismo di stato e l’adesione ad una ideologia egualitaria e internazionalista, ma oggi la Russia si erge a bastione in difesa del principio di sovranità, contro i poteri mondialisti, riaffermando la rilevanza di un concetto – per molti spregiativo ma non per noi – di “etno-nazionalismo” e di riscoperta delle proprie identità e radici tradizionali, nel caso russo di un’anima naturalmente e profondamente cristiana.