Via Corelli, Milano: va in scena lo spettacolo “No tampone, no rimpatrio!” Gli immigrati irregolari, sfruttando le regole sanitarie in vigore, evitano l’espulsione con un escamotage ridicolo e tollerato dalle istituzioni.
Il rimpatrio avviene tramite compagnie aeree e marittime che richiedono la certificazione di negatività al Coronavirus, così rifiutarsi di fare il test permette agli irregolari di restare sul suolo italiano.
La grande idea è diventata istituzione: dai rari casi di rifiuto si è arrivati al diniego di massa.
Oltre al danno, la beffa: milioni di italiani sono costretti a sottoporsi al tampone per attività di vita quotidiana, mentre i clandestini ne fanno tranquillamente a meno.
Il governo alza, mattone dopo mattone, un apartheid sanitario tra italiani e clandestini, ennesima confema dell’inadeguatezza dell’esecutivo dei “migliori”.