La Lega, orfana di un consenso elettorale – ai minimi storici – torna a Pontida, rievocando le origini secessioniste, tendando di rinverdire il folklore delle origini.
Tuttavia, la realtà per Salvini e il suo partito è tutt’altro che rosea: sono lontani i fasti del Papeete ed oggi il “capitano” è l’ombra di sé stesso.
Pontida si annuncia come il canto del cigno di un partito che ha inserito l’autodistruzione e potrebbe essere presto spazzato via da folli scelte opportunistiche e di sistema.