Respinta dal Tribunale la grottesca richiesta della Senatrice PD Monica Cirinnà per il dissequestro di 24.000 euro trovati in banconote da 500 nella cuccia del cane.
La Senatrice aveva inoltrato richiesta per riavere la disponibilità del denaro, di origine totalmente incerta. Sappiamo inoltre che il fratello della Cirinnà ha un procedimento penale per usura in corso.
Una magra figura per la paladina delle campagne LGBT, come al solito protetta dal silenzio dei media, tanto più che il suo partito, il PD, è sempre in prima fila a stigmatizzare l’uso del contante e additare gli italiani quale popolo di evasori, tacendo sulle grandi frodi legalizzate delle multinazionali, non ultima la domiciliazione olandese del Gruppo Gedi e le prezzolate e poco tassate testate giornalistiche Repubblica-L’Espresso.