La scuola non dovrebbe essere luogo di propaganda, ma di insegnamento e apprendimento, stimolando lo spirito critico fondato su una solida base culturale.
Non si può prescindere, ovviamente, dalla conoscenza della lingua italiana, parlata e scritta, che invece – dai test Invalsi alla maturità 2022 – risulta essere quasi sconosciuta.
“Il futuro mette radici nel presente” e se questo è il presente le nuove generazioni si schianteranno contro un futuro assai difficile. Il rischio di una Babele digitalizzata, anti-nazionale e pro gender, non è una tragica fantasia poi così lontana.
Noi vogliamo il ritorno ad una scuola meritocratica per insegnanti ed alunni, una riforma che culmini in una scuola con ampia libertà di metodi e programmi di insegnamento, racchiusa all’interno di confini e limitazioni chiare, finalizzate a impedire che la scuola sia veicolo di insegnamenti contrastanti con le leggi dello Stato e con la legge naturale.