Nelle acque internazionali a nord di Bengasi, i libici alzano il tiro: una motovedetta libica spara colpi di avvertimento contro il peschereccio “Salvatore Mercurio”.
Secondo i libici, gli italiani avrebbero violato la zona di pesca del Paese africano, ma va da sé che in acque internazionali quel limite non sia stato valicato. L’intervento della Marina Militare italiana ha confermato la posizione, fuori dalla zona di protezione di pesca libica, invitando i libici a ripiegare.
Non è la prima volta che si verificano episodi simili, non dimentichiamo i nostri 18 pescatori fatti prigionieri nel 2020. Le rivendicazioni libiche sul golfo della Sirte risalgono ai tempi di Gheddafi, ma la controversia con la UE non si è mai risolta, anche a causa delle incursioni delle milizie di Haftar, la cui autorità non è riconosciuta.
Mettere il muso duro su tali questioni è d’obbligo. Non possiamo subire intimidazioni dal primo che passa. La questione va discussa e risolta, con priorità rispetto a tante inutili situazioni all’ordine del giorno a Roma o a Bruxelles.