GOVERNO GOLPISTA
Morbide, petalose, robotiche, le comunicazioni del premier Conte, che escono da quel sorrisino da vermilinguo asessuato come il governo che gli sta dietro, ne rivelano lo spessore, quello dell’avvocaticchio.
Il causidico, l’azzeccagarbugli, il leguleio cavilloso, che dimentica il ruolo portante del Diritto in una civiltà, in uno Stato, che deve attraversare le formule, le mode e le contingenze, e sostenere un edificio affinché sia in grado di resistere al tempo. Quell’edificio è la nostra società, fatta di famiglie, di lavoro, di imprese e di iniziativa economica, col cemento della speranza.
Senza il Diritto, ogni società è destinata a sgretolarsi. La nostra è retta dal principio giuridico della libertà – con tutti i pregi e i difetti, le conquiste e i danni collaterali che quell’espressione, spesso abusata, comporta – e ciò significa che qualsiasi norma, regolamento, disciplina, anche la regola più banale, debbano essere applicate secondo quel principio, e ogni eccezione debba essere prevista specificamente e non possa essere oggetto di interpretazioni estensive, di analogie, di sfarfallamenti pseudo-scientisti.
Libertà e Stato, Libertà e Diritto, Diritto e Stato. Non si scappa.
Ad affermarlo è una magistratura che, Dio lo voglia, ha ancora al suo interno degli anticorpi contro quel virus – più pericoloso ancora del Covid, che si chiama resa – che ammorba i liquidatori dell’Italia, coloro che oggi purtroppo la rappresentano istituzionalmente e che siedono al Quirinale e a Palazzo Chigi.
È notizia di oggi che un tribunale, quello di Roma, ha definito i i dpcm viziati da violazioni per difetto di motivazione e da molteplici profili di illegittimità. Quei DPCM – meri aborti dal punto di vista giuridico, quindi privi di vita ed incapaci a loro volta di generare facoltà sanzionatorie in capo allo Stato – hanno annullato diritti costituzionalmente garantiti, quello alla libertà di circolazione, di iniziativa economica, di associazione, di riunione, di libertà religiosa.
Chi li ha concepiti, approvati e tollerati è, semplicemente, un fuori-legge e un golpista e come tale, per quanto ci riguarda, dovrà essere trattato e giudicato da un tribunale. Quanto a Conte e al suo tono finto-amichevole-paternalistico con cui tinge le sue bestemmie giuridiche, le sue mistificazioni pseudo-legali di un colore rosa, rimandiamo alle parole del Poeta nell’Inferno: “Quella sozza imagine di froda”.
Gianni Correggiari
Consiglio Direttivo del Movimento Nazionale